Oggi, 31 gennaio, festeggiamo il nostro patrono: San Gimignano.

Oggi, 31 gennaio, festeggiamo il nostro patrono.




Santo Gimignano o Gemignano non è solo il patrono della nostra città, ma anche di Modena, del comune di francese di Vielmur-sur-Agout di Guiglia, Massa Finalese, Pontremoli e Pieve d’Olmi. Tutti questi luoghi sono accomunati dal fatto di trovarsi lungo strade di pellegrinaggio, infatti il Santo era particolarmente venerato per la sua capacità di dare protezione.


Geminiano, citato anche come Gimignano o Gemignano (Cognento, 15 gennaio 312 – Modena, 31 gennaio 397), è stato vescovo di Modena, città di cui è anche patrono. Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica.


Della sua vita non abbiamo molte fonti: infatti non esiste una sua vita scritta in epoca coeva a lui. Le fonti più antiche sono la Vita Breve e la Vita Lunga, entrambe di epoca medievale. Tuttavia un documento importante attesta che fosse vivo e vescovo nel 393 d.C. Altra fonte è lo stesso sarcofago che conserva le sue spoglie e che si trova nel Duomo a Modena databile al IV secolo d.C.




Fra i suoi miracoli si ricorda quando San Geminiano fu chiamato alla corte dell’imperatore Gioviano a Costantinopoli per salvarne la figlia, sconfiggendo il demonio che la possedeva.

Altro miracolo rappresentato riguarda l’incontro con gli Unni, temibili invasori, guidati dal feroce Attila sino alle porte di Modena, salvata dall’intervento del santo: San Geminiano dichiara di essere servo di Dio e Attila gli risponde di essere flagello di Dio; il Santo invita gli Unni a entrare in città, ma li rende ciechi fino a quando escono dalle mura. In verità, Geminiano e Attila non si sono mai incontrati, perché Attila è stato re degli Unni (434-453) almeno quarant’anni dopo la morte del vescovo. Il miracolo rivela, però, la reale necessità che in quel periodo i vescovi avevano di difendere le proprie città dai frequenti attacchi delle popolazioni barbariche: nel Medioevo essi erano, infatti, autorità non soltanto religiose, ma anche politiche e militari cui era affidata l’amministrazione e la cura dell’abitato. Altri prodigi attribuiti al santo sono il cosiddetto “Miracolo delle acque” – nell’anniversario della sua morte una grande folla è riunita nella cattedrale, ma un’alluvione allaga la città e le acque raggiungono l’altezza delle porte e delle finestre del Duomo, ma neppure una goccia bagna il popolo in preghiera che, invocando il Santo, vede le acque ritirarsi – e il “Miracolo del fanciullo” – un giovinetto, caduto dalla Ghirlandina, giunge a terra incolume e racconta di come un vecchio con la barba bianca lo abbia afferrato per i capelli e tratto in salvo. (fonte www.chiesamodenanonantola.it)




Nella nostra città nella Collegiata di San Gimignano si conserva una reliquia del Santo: un dito. 

Come sia arrivata a San Gimignano questa reliquia è leggenda. Secondo una tradizione popolare il dito sarebbe stato trafugato da un chierico di Colle Val d'Elsa presente alle solenni esequie di Geminiano a Modena, mentre il corpo del santo era esposto alla venerazione dei fedeli. Il chierico avrebbe rubato l’anello del Santo e nel far questo avrebbe portato via anche il dito. Il Chierico in fuga sarebbe poi arrivato nella nostra città che all'epoca si chiamava Silva o Selva. I nostri concittadini del tempo avrebbero allora chiesto alle autorità modenesi di poter tenere la reliquia. Ottenuto il consenso, avrebbero a quel punto mutato il nome della città in onore del vescovo della città emiliana.​ Tuttavia esiste anche una seconda leggenda popolare secondo la quale il nome San Gimignano fu attribuito alla nostra città dopo l’apparizione miracolosa del Santo sulle mura della città nell'anno 550, quando mise in fuga i Goti di Totila che minacciavano di attaccarci.


In occasione della festa del patrono la reliquia viene esposta per il culto all'interno della Collegiata. 


La Collegiata, attualmente intitolata a Santa Maria Assunta, in passato, quando era ancora pieve fu consacrata e intitolata a San Geminiano nel novembre del 1148 alla presenza di Papa Eugenio III e di 14 prelati, come ricordato in una lapide murata in facciata.


Fin dal 1227 si usava organizzare festeggiamenti per il Santo con fuochi e dimostrazioni pubbliche. L'usanza prevedeva che fosse donato un cero da "ciascuna famiglia allirata, sì del castello che della corte. (...) Inoltre a maggior solennità s'invitavano i trombetti dei Comuni di Firenze, di Siena, di Volterra, di Colle e di San Miniato, siccome i nostri veggonsi non di rado dagli stessi Comuni chiamati per simili occasioni. Vi accorrevano pur chiamati gl'istrioni o giullari, chè sempre il popolo dopo che ha pregato in chiesa, ha voluto sollazzarsi in piazza." (L. Pecori "Storia della Terra di San Gimignano").


Nell’arco che porta alla Piazza Pecori, a lato della Collegiata, si trova una statua di San Gimignano in tufo collocata in questa posizione nel 1930. Precedentemente la stessa statua era stata posta nel 1342 sull'Arco della Porta alle Fonti.





Fra le varie opere che rappresentano il Santo si segnala il polittico realizzato da Taddeo di Bartolo intorno al 1391 che raffigura il San Gimignano con la città in grembo per proteggerla, nei riquadri laterali sono rappresentati i miracoli del Santo. L’opera è uno dei quadri più importanti della nostra Pinacoteca. Altra rappresentazione celebre di San Gimignano è nella Maestà di Lippo Memmi (1317) nella Sala di Dante dove il Santo è raffigurato alla destra della Madonna con il bambino.





Se volete scoprire di più sulla vita del Santo vi consigliamo la lettura del libro scritto da Gabriele Sorrentino “San Geminiano” dove troverete tutto quello che è conosciuto al momento sul Santo.




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