Il Borgo Storico di Santa Lucia

A solo un paio di chilometri da San Gimignano, seguendo il cammino della Via Francigena che dalla città turrita porta verso Monteriggioni, troviamo la piccola frazione di Santa Lucia. Collocata sulla cima della collina sotto la quale scorre il torrente Fosci, la frazione potrebbe sembrare al primo sguardo solo una delle zone residenziali che ruotano attorno al comune, ma in realtà cela una storia ricca e affascinante.



Le prime notizie documentarie che abbiamo di questo territorio risalgono all’inizio del XIII secolo; in questo periodo la “villa”, come venivano definiti questi appezzamenti di terreno, era di proprietà di Sigerio di Lupino, signore del Castello di Fosci. A seguito di un attacco da parte del confinante Comune di San Gimignano, che culminò nella distruzione del già citato castello, Sigerio fu costretto a cedere la proprietà allo stesso Comune nel 1205. Il signore e la sua famiglia si dovettero trasferire quindi all’interno delle mura, dove però gli fu concesso di prendere parte agli uffici pubblici.

La posizione della “villa” era particolarmente strategica grazie alla sua prossimità alla Via Francigena, che già da qualche secolo garantiva un passaggio continuo di persone e merci. Era inoltre importante la sua collocazione al confine con i territori di Poggibonsi e di Colle Val d’Elsa.




La vita degli abitanti di questo territorio, fin dal periodo basso medievale, ruotava attorno alle chiese di Santa Lucia a Barbiano e San Giusto a Barbiano; troviamo questi edifici menzionati per la prima volta insieme nella bolla di Onorio III del 1220, dove vengono elencate tutte le chiese sottoposte alla giurisdizione di San Gimignano. Nel XVI secolo la chiesa di San Giusto venne assorbita da quella di Santa Lucia, e i relativi possedimenti vennero unificati; in breve tempo San Giusto perse di importanza e venne probabilmente distrutta nel corso dello stesso secolo. Non è possibile stabilire con esattezza quale fosse la sua collocazione originaria, poiché la documentazione in merito è incompleta e non sono stati trovati resti riconducibili alla costruzione. La chiesa di Santa Lucia è invece sopravvissuta fino ai giorni nostri conservando le sue funzioni, complice probabilmente la posizione centrale nella piazza principale del borgo; subì un intervento di restauro nel 1918, assumendo l’aspetto che presenta ancora tutt’oggi, con un’unica navata a pianta rettangolare, la facciata a capanna, coperture a volte a crociera e un campanile a vela.



Intorno alla stessa piazza, il cuore storico della frazione, è possibile ritrovare ancora oggi edifici di origine basso medievale, con i caratteristici porticati e le scale esterne, che rendono Santa Lucia un piccolo gioiello da esplorare, immerso nella pace della campagna. 

Curiosità: all’inizio degli anni ’70 Santa Lucia è stata scelta come location per girare alcune scene del film “Una cavalla tutta nuda” (1972), regia di Franco Rossetti, la cui trama è ispirata alle novelle di Giovanni Boccaccio e Franco Sacchetti. Le riprese si sono concentrate soprattutto nella piazza principale, che conserva i connotati di un borgo medievale. Gli abitanti sono stati coinvolti nella produzione e come comparse, e ancora oggi ricordano con affetto questo evento, che ha “sconvolto” la vita della piccola comunità.




Oggi Santa Lucia è una frazione di San Gimignano e conta in tutto 310 abitanti. Alcuni paesani, ancora molto legati al piccolo borgo e alla sua storia, si impegnano per mantenere viva la memoria di questi luoghi e tramandarla alle generazioni future e ai visitatori. Particolarmente affascinante, nel fondo di uno degli edifici del Borgo è la collezione di memorie di Ubaldo Nencioni, in cui sono conservate fotografie d’epoca, poesie, la lista dei cognomi delle famiglie storiche di Santa Lucia e bellissimi acquerelli con gli scorci più suggestivi del territorio.



    



Fonti:

Razzi Raffaello, Le chiese di S. Lucia e di S. Giusto a Barbiano

Pecori Luigi, Storia della terra di San Gimignano


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